Il vangelo di questa domenica credo sia una dei più difficili da accettare e capire. Siamo messi di fronte ad una pretesa, da parte di Cristo, quasi assurda: “Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.”
Davanti a queste parole nasce inevitabilmente una domanda: ma chi sei Tu, o Gesù, che mi chiedi cose così grandi?
Dobbiamo partire dalla vita concreta per riconoscere la verità di queste parole: proviamo a farci delle domande:
- Mi basta la vita che ho? Mi basta vivere per risparmiare dei soldini, per comprare oggetti rassicuranti per il mio futuro. Mi bastano i divertimenti infantili, posso vivere al lavoro solo sentendomi rivale di tutti per conquistare un pezzo di carriera in più?
- Che libertà ho rispetto agli affetti dei miei cari? Essi sono gabbie o trampolini che mi lanciano verso il mio libero compimento?
Se rispondiamo di sì alla prima serie di domande allora tradiamo il nostro cuore, non siamo leali con il nostro desiderio che ha la natura dell’infinito. Non abbiamo ancora capito il mistero della natura del nostro essere.
Oggi davanti a queste coppie che festeggiano l’anniversario del loro matrimonio questa pagina di vangelo vale ancora di più.
Come avete fatto ad arrivare fino a qui senza ammazzarvi, o senza dividervi? Quale vita avete privilegiato: la vostra o quella offerta da Cristo. La vostra fedeltà è solo opera vostra? Non è vero che se siete ancora insieme è perché avete fatto entrare nel vostro amore un Altro Amore, più libero, più grande dove anche i limiti posso stare bene?
Ma questo non è forse l’evidenza che avete messo da parte la vostra vita, i vostri tentativi di risolverla e di riempirla?
Questo significa vivere il battesimo: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”, direbbe san Paolo.
Ha ragione Gesù allora a chiedere queste condizioni per diventare suoi amici. Non sono esagerate, perché l’amore vuole che l’amato sia tutto per l’altro. Se non amiamo Cristo prima di ogni cosa e sopra ogni cosa, donando la vita, perderemo tutto, perché noi possediamo solo ciò che abbiamo donato. Quello nessuno ce lo porterà via. Invece tutto la vita che abbiamo voluto amare senza donarla, sarà essa stessa a possederci e quindi a farci perdere la libertà.
Vorrei regalare a tutti voi innamorati questa frase di Italo Calvino:
“Si conobbero
Lui conobbe lei e sé stesso,
perché in verità non s’era mai saputo.
E lei conobbe lui e sé stessa
Perché pur essendosi saputa sempre,
mai s’era potuta riconoscere così.”
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