
Questa pagina di vangelo, nella festa della Divina Misericordia, ci aiuta a capire i tratti inconfondibili del perdono di Cristo.
“venne Gesù, stette in mezzo a loro…”. Gesù non si allontana più dai suoi amici, non c’è più nulla che ci sottrae al suo sguardo, nemmeno la morte. Anche le porte del cuore possono essere chiuse ma lui rimane. Non dice il vangelo “arrivò”, ma “stette”, come a farci capire che ora, dopo la resurrezione, la presenza di Cristo permane nella storia, non è più soggetta alle leggi dello spazio e del tempo. La Misericordia è questa realtà presente che supera tutte le leggi di giustizia umane. Infatti, il giudizio del mondo si limita a riconoscere lo sbaglio e a condannarlo. Il giudizio di Cristo riguarda tutta la persona. Non si ferma solo agli sbagli, ma si rivolge alle nostre inquietudini, ai nostri abissi, alle nostre nostalgie.
Cristo si preoccupa sempre del suo rapporto con noi. Si preoccupa del pianto della Maddalena e della sua solitudine, dei discepoli di Emmaus abbattuti dalla tristezza, dell’incredulità che inquietava Tommaso; delle reti vuote degli apostoli che tornano a pescare.
Anche dopo la resurrezione Gesù continua a servire e curare la nostra povertà. La Misericordia non è solo la possibilità di essere perdonati, ma è la Grazia di poter rinascere.
“Alitò su di loro”. L’alito dell’inizio della creazione dell’uomo. Cristo ricrea l’umano ferito dal peccato.
“Mostro loro le mani e il fianco”. I segni della vittoria sono le ferite in un corpo risorto. In cielo Gesù è salito con le sue piaghe. Speriamo di poterle vedere e baciare. Ma già ora, le nostre piaghe, possono essere l’occasione per fare esperienza del risorto.
“A chi rimetterete i peccati saranno rimessi”. Siamo stati scelti per poter portare nel mondo il perdono. È come se Cristo ci dicesse: “Se non li perdonerete voi, i peccati, il male resterà l’ultima parola sull’uomo.”
Che cos’è un uomo che non conosce il perdono? È un uomo disperato.
Ma dove oggi può avvenire l’esperienza dell’incontro con la Misericordia di Dio?
San Tommaso ci può aiutare. Egli, durante la prima apparizione, non era presente con gli altri dieci. Otto giorni dopo, lo stesso apostolo, incontra il Signore risorto, mentre appare agli altri nel cenacolo. La Misericordia è legata inscindibilmente alla Chiesa, cioè agli uomini e alle donne che hanno permesso alla grazia di Cristo di curare le loro ferite.
“Perdonare qualcuno non significa
condonare il suo comportamento.
Non significa nemmeno dimenticare il modo in cui ti ha ferito
e neppure concedergli di farti ancora del male. Perdonare significa fare pace con ciò che è successo. Significa riconoscere la tua ferita, dandoti il permesso di sentire dolore, e di comprendere che quel dolore non ti serve più.
Significa lasciar andare il dolore ed il risentimento per poter guarire ed andare avanti. Il perdono è un dono a te stesso. Ti libera dal passato e ti consente di vivere nel tempo presente. Quando perdoni te stesso e perdoni gli altri, sei veramente libero.
Perdonare significa liberare un prigioniero
e scoprire che quel prigioniero eri tu.” (Padre Pio)
Testimonianze di Tanti martiri e di tanti uomini e donne semplici: Gemma Calabresi.
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