Uno scrittore dei Caraibi, un certo Wilson Harris, durante una conferenza stampa al salone del libro di Torino diceva: “L’ingiustizia fa parte del patrimonio cromosomico umano della Terra e dell’ umanità ed è invincibile. A meno che non intervenga un amore incondizionato”.
Che cosa spezza la catena dell’odio? É la pietra angolare del Vangelo di due domeniche fa. La pietra che i costruttori scartano sempre. Anche oggi, dopo duemila anni, la stessa pietra, Cristo, é scartata, snobbata. I grandi della Terra, i costruttori di civiltà, non ascoltano più la voce del santo Padre, che é la voce di Cristo in terra.
In un momento storico dove si lotta per avere più ragione, la Presenza di Cristo, così debole, così disarmata, continua la sua missione. Tra chi difende le sue ragione per giustificare la barbarie della violenza, si fa strada la flebile voce del cardinal Pizzaballa che offre la sua vita in cambio dei bambini rapiti da Hamas. Come padre Massimiliano Kolbe, che nell’inferno di Auswicthz, ha saputo non cedere all’odio, conservando il desiderio di amare e donare la vita.
Qualcuno grida verso Dio la sua costernazione perché permette questi massacri. Cosa poteva fare di più che donare la vita? Anche Cristo si é trovato in mezzo ai Romani e agli ebrei in conflitto. Non ha salvato politicamente la situazione. É andato più a fondo del problema. La radice di ogni male é nel cuore dell’uomo e la pace ha inizio da un cuore che si lascia perdonare. Per questo la guerra in Terra Santa ha radici anche in me, che spesso voglio aver ragione su questo, su cosa dice la gente, su come la pensano gli altri e manco di carità. Per questo il mio chiedere perdono oggi, il mio pregare oggi c’entra con la pace in Medio Oriente.
Eleviamo allora al Dio dell’amore il nostro grido che si fa portavoce di tutta l’umanità.
Alla Vergine Maria, Regina della Pace, affidiamo il desiderio dell’umanitá di vivere nella giustizia e nella carità, certi delle parole del Magnificat: “Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili.”