XXIII Domenica del tempo ordinario – Festa della Addolorata

Siamo nel quarto discorso del Vangelo di Matteo, quello ecclesiale, nel quale l’evangelista ci dona gli elementi perché tra i fratelli e le sorelle possa regnare la comunione, grazie anche alla correzione fraterna.

La modalità descritta nel Vangelo, ad una lettura superficiale, può sembrare una fredda procedura disciplinare. In realtà, tutti questi passaggi, sono l’espressione della pazienza e del desiderio che Dio desidera che tutti i suoi figli rimangano nella suo cuore, nella sua casa. Questa volontà però si ferma davanti all’estremo tentativo di ciascuno di rifiutare l’aiuto di Dio. Il male che compiamo contagia non solo il fratello a cui l’abbiamo fatto. Ma tutto il corpo di Cristo che é la Chiesa. 

Ma qual’e il punto di partenza della correzione fraterna? Ci sono due possibili punti di partenza. Il primo é la verità. Siccome io ho ragione allora mi sento autorizzato a correggerti. Il secondo punto é la coscienza di chi é la persona a cui ti rivolgi. É tuo fratello. Non é un estraneo. 

Cristo ci ha salvati e quale dei due punti di partenza ha scelto? Lo dice il Vangelo: “Dio ha tanto amato il mondo da mandare il suo Figlio unigenito, perché Chiunque creda in lui non vada perduto (Gv 3, 16). Lo slancio di Cristo ha come origine la commozione per l’uomo devastato dal peccato, é un amore! É una stima il punto sorgivo della missione del Signore.

Domandiamoci allora: é noi come viviamo la correzione? Partiamo dal fatto di avere ragione o dalla commozione per l’altro. Che cosa sarebbe la verità senza la vibrazione del cuore? Solo una  sentenza fredda e accusatoria. Ma la verità un giorno si é fatta carne. Il cuore di Dio é diventato un cuore di carne, Dio mi guarda prima di tutto come figlio è non come peccatore. 

San Paolo dice che i cristiani sono coloro che fanno la verità nell’amore. É importante non separare mai la verità è l’amore. Per non farli morire entrambi. Non possono essere separati. La verità senza l’amore porta a tanti conflitti, alle guerre di religione, ai sacri roghi. “Mettere la verità prima della persone é l’essenza della bestemmia” dice Simone Weil. Dall’altra parte, l’amore senza la verità non genera nulla, é occasionale, sterile, innocuo, senza futuro. (Padre Ermes Maria ronchi)